mi aggrego sperando che ci sia del seguito anche dagli altri apicoltori..
Rob ha scritto: ↑15/01/2021, 14:08
che cosa producete e come organizzate il lavoro stagionale?
Miele e Pappa (sopratutto)
il polline lo congelo e va alle api più che altro per la pappa soprattutto se l'estate è siccitosa.
sciami vedo c'è ancora tanta richiesta (nonostante le simpaticissime ultime stagioni) spiace ma li terrò dinuovo tutti per me, devo raggiungere la massa critica che mi sono prefissato.
Raccolta di sciami nell'interland è un attività da queste parti anche troppo impegnativa, le tapperelle dell'avvolgibile sono un personalissimo "must", quelle all'ultimo piano senza balcone, un pò meno simpatiche, ma sempre meglio dei micidiali Blob di cera informe sigillati da decenni nelle intercapedini dei muri (dove ti chiedi come facciano a non crepare entro 3 mesi le nuove famiglie che puntualmente ogni anno ci provano a vivere sciamandoci dentro), quando in sede ho fatto vedere alcuen mie foto, pensando "guardate qua che roba" mi han fatto vedere alcuni recuperi di altri ed ho capito che tutto sommato per adesso mi è andata pure bene.
Metodo:
Da quando ho 15 anni sono un appassionato della meteo, hobby strambo (ma forse era una scusa per andare a fotografare le squall line sulla piana con gli amici o fracassarci coi gilera sulla prima neve in montagna), altri tempi.
Ormai da un pò ho rispolverato le mie vecchie Davis che ho messo (e upgradato) alle postazioni degli apiari, con calma, anno dopo anno, mi sono fatto (e mi sto facendo tutt'ora) il mio calendario fenologico, con i dati necessari (termiche, umidaità relativa, anemometria e pluvio) con le Davis, e mi segno ad ogni visita oltre le solite cose (regine, stato famiglie, covata, scorte etc) anche le fioriture in corso, quanto polline importano, in che fasce orarie del giorno e di che colore, ed infine gli stadi della vegetazione presente in zona (con le dovute discriminanti, un burrone sempre al buio esposto a nord ed una petraia assolata, sono ovviamente due robe diverse). Questo è il mio modo (mi ci diverto) per conoscere la zona, poi gli imprevisti specialmente meteo ci sono e ci saranno sempre, ma sto imparando ad essere pronto e a necessità sapere gia cosa fare (o forse anche più importante cosa NON fare), sapere quando rinforzare le famiglie per preparare una fioritura su cui punti, sapere quando e se conviene persino spostare se serve e fare una buona quadra a fine stagione, oppure sapere se quella fioritura non verrà danneggiata a differenza di un'altra dalle piogge, o sapere che se mi fiorisce il Salicone a casa, mi partono i Prunus in un paio di apiari e tempo max 5/7 giorni c'è l'Erica in un'altro, contare le gelate e sapere su quali piante non farai probabilmente affidamento e quali forse risolvi il periodo, etc
Se il clima cambia, le api si adattano SE anche noi apicoltori ci adattiamo, è una smazzolata, ma finchè funziona, bene cosi, non mi pesa. Se le cose cambieranno, troverò altre nuove soluzioni.
Rob ha scritto: ↑15/01/2021, 14:08
come affrontate le problematiche che si presentano?
Dipende dalle problematiche, riguardo strettamente le api:
- cerco di essere sempre "pronto" e previdente, nei limiti del possibile, meglio sistemare subito bene un imprevisto piuttosto che rimetterci le mani dopo; ho l'idea che le api reagiscono meglio ad un solo episodio di disturbo per quanto grosso che a ripetuti piccoli interventi.
Tra gli accorgimenti "pratici":
- faccio regine in surplus
- ho diviso gli apiari in postazioni "specializzate" (compreso quello da pappa, quello da "rinforzi", quello da quarantena sciami non miei, e le poste temporanee per il miele), sono stanziale, i miei spostamenti definirli normadismo credo sia davvero eccessivo.
- nel vari periodi della stagione attiva faccio il pin test a rotazione su tutte le famiglie che uso per fare le regine., non ho alcuna pretesa di selezione seria, ma non voglio piu vedere una covata calcificata o altre beghe simili davvero facilmente risolvibili negli apiari, credo che certe cose siano alla portata di tutti gli apicoltori senza scomodare inseminazioni strumentali, saturazione di spermatozooi volanti etc
- uso arnie da 12 e preferisco di gran lunga famiglie in grado di tenersi sempre le scorte nel nido (eh lo so, il mondo sta andando da un'alta parte), ho finalmente uniformato lo standard da 12, perchè coi divisori interni, faccio bene la Pappa, quest'anno (pazia da pandemia) ho "concluso" le prove che avevo gia fatto, tenere 2 regine sugli scomparti opposti della stessa arnia e la sezione orfana centrale, con un giro a rotazione, si saturano velocemente e si fa presto ad usare 2 telaini da stecche, ci vogliono un po di accortezze ma funziona e non devo alzare pesi tutti i giorni piu volte al giorno (super veloci da visitare), da 12 pure per fare miele , non è sto dramma, il cassone è piano e ci entrano a filo, (lo comprai gia vecchio ed usatissimo
ma col metro in mano), le riunioni a necessità sono una sciocchezza da fare e non devo impilare roba, mi consentono di "prelevare" senza problemi i telaini da nido murati di miele da dare dove serve o (come faccio da tempo) congelare e usare al posto del candito quando serve.
- mi sono auto imposto il divieto assoluto di accanimento terapeutico
- inverno senza cassettino del fondo, con ingresso a max 2 fori e senza diaframmi assicurandomi che i telaini siano tutti murati di miele, in alternativa tolgo i vuoti e metto quelli stoccati in stagione
- a costo di perder tempo, mi assicuro che non ci sia covata da nessuna parte per trattare (uso solo ossalico e solo gocciolato e stop), è la sola visita dove ci perdo anche tempo se necessario:
1 volta in inverno e 1 in estate durante lo stop d'importazione di polline che ho praticamente sempre per un paio di settimane (comunque con ingabbio), allo sgabibio, tratto, la volta dopo mi assicuro che la regina sia in forma e se c'è bisogno, ci piazzo il polline.
Per la pappa evito, le gestisco diversamente.
Per le problematiche apistiche che non riguardano le api:
- ho più volte pensato di comprarmi un sublimatore, magari trattamenti ripetuti fanno cadere i problemi
Rob ha scritto: ↑15/01/2021, 14:08
vi appoggiate ad associazioni o ad altri apicoltori?
sono socio dell'associazione della mia zona, per ora sempre trovato bene, so che se c'è bisogno posso sentire i "maestri" con cui ho fatto la gavetta, ma di base, mi scoccia sempre rompergli le scatole perciò evito, piuttosto li sento per fare 2 chiacchere "ma non di api".
Abbiamo fatto un gruppetto con i (letteralmente) 4 gatti che ancora hanno le api, reduci del corso che ho fatto a suo tempo, ci sentiamo spesso e ci diamo una mano, una regina feconda per un'orfanità fuori stagione, un recupera sciami che il mio è rotto, insomma dal mutuo soccorso al cazzeggio col caprino e miele di castagno (per poi scoprire che uno era intollerante al lattosio con esito funesto)
Rob ha scritto: ↑15/01/2021, 14:08
avete degli "aiutanti" o svolgete tutto da voi?
salvo episodi gia detti di aiuto occasionale per qualche emergenza, sono solo, ovunque ho visto compagne e compagni, mogli e mariti che danno una mano, qua invece sono circondato da entomofobi, la mia compagna vuole comprare un lancia fiamme

anche le falene attentano alla sua vita, mi chiedo come sia ancora rimasta qua a vivere con me in campagna, proverò a farle comprare un sublimatore.. spacciandolo per lanciafiamme
Rob ha scritto: ↑15/01/2021, 14:08
riuscite a mantenere un numero costante (in crescita tantomeglio) di alveari o dovete preoccuparvi di cercare sempre nuovi nuclei e sciami?
Si, in crescita, non spinta, anche se forse.. avrei dovuto spingee un pò di più prima.
La gavetta in realtà molto avviate per questa cosa è stata almeno per me fondamentale, picking, sciami etc
Non compro sciami, li faccio (è la parte più facile e divertente) e li recupero: stanno 1 stagione intera compreso di invernamento nel'apiario quarantena, li lascio andare (non li nutro se non sono fatti/raccolti dall'estate in poi), SE sopravvivono e SE non spuntano problemi, più che altro sanitari, li passo agli apiari da miele e vedo che combinano.
Rob ha scritto: ↑15/01/2021, 14:08
Hai delle "criticità" particolari? magari dettate dall ambiente e clima, o coltivazioni di un certo tipo nei paraggi?
era per BjHorn, mi aggrego anche qui se posso..
Nelle postazioni lontane, sono circondato da vitigni e oliveti, da quando sono passati in gestione bio devo dire non sono piu successi episodi di avvelenamento (confermato dai sopralluoghi dell'associazione quando li avevo chiamati per via della moria, avevo praticamente appena iniziato), il resto delle postazioni sono infrattate nel nulla atomico, zero orti, e coltivazioni.
Gli apiari in piana sofforno di siccità estiva, ma dal periodo di monitoraggio (2001) la finestra era sempre stata tra metà luglio e agosto, con consuete "rotture" a caratere temporalesco da ferragosto in poi, negli ultimi anni, al di là delle termiche, si ha proprio un'alta pressione imperante e la siccità diventa difficile da ignorare se non cade una goccia anche a settembre, queste sono le postazion da primavera, poi porto su tutto, e li ci torno per invernale (a dicembre ultimamente mi capita di vederle intasate di polline, credo di nespolo del giappone), quindi tratto sempre prima, quando il calo fisiologico della regine fa una piccolo blococ di covata in genere a novembre (vedo che qui si parla sempre intorno al 20 novembre)