Mieli rari e....ingannevoli.

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leporello
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Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da leporello »

Un saluto a tutti voi. Per chi non lo sapesse, visto che frequento raramente questo forum,io non sono un apicultore ma un cliente fedelissimo dei mieli!! Recentemente ho comprato queste due varietà, assai rare e ad un costo elevato visto che costano £45 al chilo equivalenti a Euro 48. Certamente quello che promettono pero' mantengono! Il selvaggio della foresta dell'Uruguay è un miele unico assolutamente unico, e il sottoscritto di mieli ne ha assaporati parecchi,come del resto quello della tundra finlandese!! Acquistati in un famosissimo negozio londinese. Ora vorrei sapere perchè spesso in Italia incappo in mieli "ingannevoli", come quello recentemente acquistato in Valle d'Aosta denominato Millefiori d'alta montagna,bene,ad esse magnanimi quel miele contiene un 75/80% di castagno!!! Scusatemi ma che regole vigono qui in Italia? Qualcuno cortesemente me lo potrebbe dire? Ieri ne ho comprato un altro, di Ailanto, anche in questo predomina nettamente il castagno...e meno male che il miele di castagno mi piace! Per avere un miele che rispetti quel che promette l'etichetta devo spendere 45 sterline per caso? O che certi apicultori,voi esclusi spero,conoscendo l'ignoranza degli italiani in fatto di mieli se ne approfittano spudoratamente? Puntualizzo che questo post non è affatto provocatorio, ci mancherebbe ma, essendo io un appassionato e modesto conoscitore di mieli,quando compro vorrei che l'etichetta rispettasse il contenuto! Vi ringrazio anticipatamente per le risposte che certo non lesinerete...
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LucaRN
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da LucaRN »

Quello che ha chiesto crea spazio per una discussione molto interessante. A chi lavora bene e tiene sia al proprio prodotto che alla soddisfazione del cliente fa piacere potersi confrontare con persone come lei.

Posso dire che sebbene qui in italia le regole siano molto più restrittive rispetto a molti altri paesi, si può sempre trovare chi in buona o in malafede etichetta il miele fuori norma.

Esempio:
Io posseggo ancora poche arnie e non dispongo di grosse produzioni. Per questo motivo mi risulterebbe sconveniente effettuare un'analisi melissopalinologica per certificare l'origine botanica del miele. Personalmente nel dubbio etichetto questo miele come millefiori, ma non tutti purtroppo adottano questa tecnica; quindi capita di trovare sugli scaffali miele di acacia ambrato (???) e altre castronerie.
Se poi il cliente è informato ed interessato ad approfondire, dato che conosco bene sia la zona in cui tengo le api, sia il periodo di smielatura, posso indicare le varie origini botaniche preponderanti all'interno di quel miele, ma senza analisi non mi permetto di chiamarlo monoflora.

Quello che mi sento di consigliarle, per andare sul sicuro e senza dover spendere necessariamente fior di quattrini (dato che in Italia possiamo vantare una grandissima varietà di mieli di alta qualità), è di frequentare i mercatini locali e le varie fiere in cui spesso i produttori possono fornirle direttamente informazioni in merito all'origine botanica e geografica del miele, unitamente ad un assaggio, che prima di fare un acquisto è la miglior cosa che ci sia.
Anche nei negozi di apicoltori penso che un assaggio non venga mai negato a nessuno :okok: ... e se viene negato forse è bene iniziare a farsi qualche domanda.

Intorno al miele c'è tantissima disinformazione lato cliente, c'è chi ci marcia e chi come molti di noi è ben lieto di fornire spiegazioni e risposte prima di arrivare alla vendita.
Nell'immediato l'unica cosa da fare è autotutelarsi informandosi, sul lungo periodo probabilmente occorrerebbe un progetto più efficace da parte degli apicoltori per dare più informazioni e sfatare falsi miti inerenti al miele.
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da leporello »

La ringrazio della sua cortese risposta. Lei è sicuramente un serio apicultore, come, mi spiace dirlo, ne ho trovati pochi o,ad esser sinceri solo se il prodotto ha un costo elevato, come un miele di alta montagna che acquistai nel negozio di Cesare Maestri a Madonna di Campiglio!. Ha detto bene,in certi mercatini,dove il prodotto ti consentono di assaggiarlo, il miele è etichettato a secondo del vero contenuto. Accade una volta all'anno presso la mia città, dove si svolge un mercatino europeo e come espositori venditori vi sono pure apicultori lombardi e toscani,qui vado sul sicuro. Un suo collega, a cui io compravo sporadicamente il miele un giorno mi disse:"certo che a lei non la possono fregare"...ma anche lui a volte...mi spacciava un tiglio ambrato col colore netto del castagno!!! Vede, io mangio qualsiasi miele,eccetto l'acacia che detesto,ma esigo sia quello proposto dall'etichetta. La prima cosa che compro quando mi reco in qualsiasi parte è il miele. L'anno scorso mia figlia me ne porto un vasetto dal Guatemala da apicultori del Lago Atitlan.un millefiori particolare.
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LucaRN
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da LucaRN »

Il miele è un prodotto talmente straordinario già di suo che non vedo perché si debba barare per esaltarne il valore.
Mi piacerebbe molto viaggiare per poter vedere come si lavora in apicoltura all'estero ed assaggiare i mieli delle più varie fonti nettarifere. Probabilmente non mi basterebbe una vita intera per provarli tutti e questo rende il mondo del miele e delle api ancora più affascinante.

Tornando sulla terra... Se passa dalle parti di Rimini mi venga a trovare, mi farebbe molto piacere farle assaggiare il miele delle mie api ed avere un suo parere!

:ya:
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da Burian »

Dalle mie parti si conoscono apicoltori che comprano il miele e lo rivendono come "miele prod. propria" (invece arriva dalla Cina).
Sempre dalle mie parti, vengono prodotti alcuni dei mieli piu buoni da apicoltori con la A maiscola, che mettono prima dei soldi il benessere delle api e tutelano il consumatore (cosa sempre piu rara).

Un mio cliente fa il rododendro, apicoltore serio con poche arnie, meno di 50, lo pago volentieri 18€/kg perchè ho visto dove lo fa e i vari sbattimenti (suoi e delle api) per farlo.

Purtroppo noi italiani ce lo abbiamo nel sangue di in....e il prossimo.
Vola solo chi osa farlo
Dati meteo in tempo reale dalla mia Davis VP2 http://www.centrometeolombardo.com/content.asp?contentid=7231&ContentType=Stazioni
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da Mr. Clock »

Discussione interessantissima, ma a mio giudizio troppo vasta per poter essere riassunta in poche righe su un forum, pur di nobili intenzioni, come considero sia questo di Angrisani.

Vede caro signore Leporello, oltre a ringraziarla per avermi erudito su produzioni estere di cui neppure immaginavo l'esistenza, Guatemala, Lapponia immagino sia la tundra Finlandese portato a mano da Santa Claus, Uruguay ... UruGuai guai guai ...ma che guaio comprare il miele dal bancone Britannico, gli inglesi grandi commercianti,di navigata esperienza potrebbero vendere il saio di Padre Pio all'associazioe Atei Italiani,
giusto la primavera scorsa c'era sul bancone dell'Esselunga , oltre alle focaccine quelle unte al punto giusto,
un miele Inglese in barattolo con porzioni di favo provenienza Bulgaria, venduto a milano,
un miete che se tutto ma proprio tutto doveva filare liscio aveva già compiuto 7000km prima di essere sul bancone... Il costo 17,90 300gr prezzi corti,
Prezzo corto No, km Zero No, frode non la chiamerei ... Mi verrebbe voglia di chiamarla: ciulata per la sciuretta sul tacco 15 di Plada ( Prada per chi pronuncia la eRRE ),
non sono capace di mettere foto sul forum ma se ne avrà voglia di inviarmi un numero di telefono un watsapp glielo invio volentieri a testimonianza.

Volevo pero dire, con tutta probabilità, il collega Valdostano, in assoluta buonafede si e' trovato a dover utilizzare delle etichette generiche, le quali possono solo riassumere la bontà di un prodotto artigianale, eseguito nelle varie fasi di lavorazione, leggasi smielatura e invasettamento ed infine etichettatura, con la medesima genuina fiducia di come lo faceva il padre e probabilmente il padre di suo padre.
Cerco di spiegarmi meglio, un'analisi pollinifera o melissopalintologhe o altro si ottiene spendendo circa 30€ presso un buon laboratorio, sul territorio nazionale ce ne sono un discreto numero.

Farle darebbe di sicuro maggiore identità al prodotto.

Il meccanismo dove si inceppa ? Nella stampa etichette ?
Forse si,io personalmente sto da anni cercando un fornitore, giusto, per le etichette che mi sono disegnato,
ma i minimi di stampa sono così alti che con tutta probabilità anche i miei pronipoti potrebbero attaccare etichette ...
Produco pochissimo.
Va bene, immaginiamo. di trovarsi di fronte ad un apicoltore poco avveduto che ha in casa un surplus di etichette,

Ora immaginiamo ... puoi , anche che non sia stato così tanto avveduto ad averne prodotte neutre, senza l'essenza ,
che avrebbe potuto aggiungere a mano successivamente,
il tipografo le aveva solo così, immaginiamo tante altre cose ,

ma importantissimo e' , sarebbe focalizzarsi su una cosa sola,
incontrovertibile sarebbe quella di scorgere se dietro casa avesse avuto le arnie . Punto.
Quello e' segnale appunto incontrovertibile di garanzia totale , e sopratutto di buonafede.

La buonafede. A mio modesto giudizio, si misura in un collega apicoltore,
quando sul bancone propone al massimo tre/quattro essenze , anche i migliori nomadismi di più non possono fare,
in passato mi e' capitato di vedere alcuni apicoltori che con la loro etichetta marcavano essenze dall'eucalipto al rododendro, penso vedendoli, anche Andrea Bocelli avrebbe potuto avere i suoi dubbi...


Ora ciò detto e' vero che additare uno o l'altro a questo punto non ha molto valore,
ogniuno di noi potrebbe essere truffaldino,
ma qui come ho detto all'inizio pochi ne troverà, perlopiu' sono , siamo neofiti o scellerati esodati con gli ultimi 10k € in tasca si buttano nell'apicoltura ...va bhe lasciamo stare altrimenti anche qui non la finiamo più !

I grandi si nascondono dietro a connection che farebbero impallidire anche Fra' Cristoforo,
Il miele in Italia e' in mano a tre/quattro grossi produttori,
l'atomizzazione di noi miserabili hobbisti e' ossigeno per l'industria dei servizi: produttori di macchinari e altro.

La Fiera di Piacenza e' sempre più in espansione e questo dimostra il fervore che c'e' in questo settore,
purtroppo dico io c'e' una fortissima componente di "ignoranza" riguardo al confezionamento del prodotto,
neppure uno si immagina, ignoranza se vuole giustificata dal fatto che l'apicoltore dovrebbe fare l'apicoltore, lo smielificio dovrebbe fare lo smielificio , ma così non e' il più delle volte l'apicoltore, già abbastanza oberato di impegni in campo, si auto produce o smiela, invasetta diciamo come vogliamo, il prodotto che dovrebbe essere fatto da un terzo. Un po' come il contadino olivocoltore che si rivolge al frantoio ...

A me personalmente sono venuti a cercarmi la certificazione delle capsule , questo per misurare il livello di controllo che alle volte, grazie al signore c'e .

Ma torniamo a noi, il problema penso si possa focalizzare anche nella oramai inutile guerra tra poveri che si sta combattendo, enuncio un miele per tutti Manuca, venduto a 208€ al Kg , prodotto in NuovaZelanda invasettato a Corsico provincia di Milano , ma quante ne so' ....
Miele Italiano Prodotto da me con una montagna di fatica,
indossare la tuta durante il periodo più caldo dell'anno ti garantisce saune degne dei migliori bagni turchi di Budapest!
Il mio miele quando pagato bene mi danno 8€ al kg , miele pluripreimiato alla manifestazione di Brescia i grandi mieli di lombardia, che fare ? Altro non rimane che esportarlo forse li ce più sensibilità al Made in Italy, di esterofilia si parla e si certifica, con le nazioni su citate.

Termino chiedendo scusa io per il collega Valdostano, che solo perche' Valdostano mi fa tanta simpatia, un po' il Peter di Heidi sui monti , che di latte caprino si nutriva, povero Sgarbi.

Certificare il miele e' tanto semplice quanto complesso,
se non si conoscono le strade e se non si ha conoscenza di cosa esattamente fare,
ma quello che più mi duole e' la prospettiva con la quale ha intavolato la discussione.

Chiudo qui perche so di quanto potrebbe essere affilata la mia tastiera.
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da Mr Bee »

sono hobbysta da poco, eppure gia mi è capitato un apicoltore, conosciuto su internet, che mi ha chiesto il mio miele millefiori(purtroppo non ne ho fatto neanche un grammo ahah), perchè i suoi clienti gli han finito il suo e ne volevano ancora per la bontà....io tra me e me pensavo...il mio miele non è uguale al suo, eppure lo venderebbe come suo anche se diverso...senza remore!
Ci vorrebbe qualcosa di preciso che esaltasse il miele italiano, rendendolo distinguibile dagli altri! Ma cosa??questo è il dilemma.
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Re: Mieli rari e....ingannevoli

Messaggio da Mr. Clock »

Ma tu hai idea da quanto tempo mi sto spolmonando per EVITARE che si utilizzi la parola Miele all’estero ?

O meglio mi piacerebbe che nessuno più utilizzasse la parola miele se non assolutamente certificato ITALIANO.
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da LucaRN »

Clock dove le fai fare le analisi del miele?
A me han chiesto 70 € e non ho fatto nulla (ancora viaggio su modestissime quantità) :zip:
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da Mr. Clock »

Io vado da Laboconsult a Rho
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da LucaRN »

Grazie per la dritta :ya:
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da Mr. Clock »

Figurati !
Ma se vuoi qualcuno di più economico prova a chiamare ADÌ a tornareccio, loro sicuramente ti sanno indicare meglio.
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Re: Mieli rari e....ingannevoli.

Messaggio da Hertz »

il mondo è proprio strano, mi era sfuggito questo 3d molto interessante e istruttivo, non avevo idea di tutto sto casino, pensare che se mi viene un millefiori di colore e/o consistenza diversa dal solito devo quasi convincere che è il mio! il mondo al contrario :eheh: "ma l'anno scorso era diverso" e giù di spiegone, nel mentre sul banco del supermercato si trascende direttamente (e tranquillamente) nell'illegalità. Fantastico :doh:
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