Salve,
ho letto ovunque sui vari fiori che sembrano attirare le api alla follia e alcuni di questi hanno dei costi pure consistenti. Ma sapete anche voi com'è, pur di variare e provare si compra di tutto. Facelia? Ovunque potete leggere di quanto questo fiore produca sia in termini di fiore e sia in termini di miele e su quanto esso attiri le api a profusione. La mia esperienza?
Attira a dismisura quelle che io chiamo api selvatiche (quelle piccoline), mentre le api normali manco si accorgono di avere davanti e attorno all'arnia questo fiore.
I girasoli che invece alcuni dicono essere di poco conto, si semina con una miseria di costo ed è facilissimo da farsi le scorte per le semine future e non fanno in tempo a spuntare con il loro fiore che subito le api ingialliscono letteralmente nell'abbuffata.
Per cui mi chiedo: sarà mica una trovata commerciale quella che ci chiedono 10-20 euro al Kg per i semi di facelia propagando la massiccia produzione di miele?
Lascio la parola alla vostra esperienza.
Altre piante che vengono letteralmente prese d'assedio sono: la vite canadese, pseudo acacia, la passiflora, il viburno lucidus, il ligustro, tiglio, philadelpho, lavanda, pittosporum, skimmia, e altre ...
Credenze? O puro commercio?
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- Memphe83
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Re: Credenze? O puro commercio?
Sui prezzi non discuto, in apicoltura e dappertutto conta anche la moda del momento.
Sul potenziale nettarifero invece bisogna fidarsi di quello che dicono gli esperti, se il girasole "dà" poco mentre ľevodia dà molto si spera che sia vero, dopotutto avranno pure fatto delle ricerche in merito.
Sul potenziale nettarifero invece bisogna fidarsi di quello che dicono gli esperti, se il girasole "dà" poco mentre ľevodia dà molto si spera che sia vero, dopotutto avranno pure fatto delle ricerche in merito.
Ut sementem feceris, ita metes.
Cicerone.
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- FabioR
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Re: Credenze? O puro commercio?
Però io leggo che il miele di girasole viene prodotto quindi presumo sia produttivo anche lui, possa dire che a livello polline senz'altro è produttivo e sfido a dire il contrario basta guardare le api mentre ci camminano sopra e ci lavorano ... letteralmente gialle




- Hertz
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Re: Credenze? O puro commercio?
tema sempre "scottante" e interessante.
Sulle semine per produrre miele: il fatto che venga fatto nomadismo da chi vive di apicoltura e non si semini per produrre miele è emblematico. Comprare i semenzai, preparare e lavorare il terreno, seminare (ettari per pensare di produrre qualcosa da vendere) ha un costo molto elevato, oltretutto per massimizzare la resa dovresti concimare e garantire l'irrigazione, magari poi sfalciare e sperare in una seconda fioritura, come avveniva una volta con l'erba medica, quando c'erano i contadini che la usavano nelle pratiche agricole sui seminativi. Per ammortizzare quei costi ingenti tocca vendere il miele prodotto ad un prezzo fuori mercato, se poi lo produci solo per te, il costo non lo ammortizzi neanche e allora se c'è passione (ti piace seminare, arare, concimare, irrigare etc) va tutto bene.
Diventa a mio avviso saggio seminare (anche senza troppi sbattimenti per voler la massima resa) se l'obbiettivo è aiutare le famiglie per il loro sostentamento; personalmente ho visto la differenza, è per loro, quel miele va nel nido.
Sul potenziale mellifero: viene calcolato secondo vari metodi, facilmente reperibili sui manuali anche in italiano, è vero che per alcune fioriture gli studi sono un po datati, o addirittura svolti in altri continenti, ma concordo con Memphe, i risultati sono stati più volte verificati e ritengo anche io siano molto attendibili. Il problema, sul legittimo confronto tra Facelia e Girasole è dovuto al fatto che ci sono sempre tantissime (troppe) variabili in gioco.
esempio: La facelia ha un gran bel potenziale mellifero, il girasole scarsino, ma nel raggio di bottinatura delle tue api, forse l'hai seminata solo tu, magari su almeno un ettaro (il minimo indispensabile per parlare di potenziale mellifero), le api ci andranno e qualcosa faranno, ma se sei circondato da girasoli perche nel raggio di bottinaggio le tua api trovano molto piu girasole che facelia, produrrai girasole, non facelia.
Le variabili sono tantissime, tra le più importanti è appunto l'estensione della fioritura, o meglio ancora, il numero di fiori disponibili di quella pianta, le api preferiranno la fioritura più abbondante, poi ci saranno api (poche in relazione con l'intero numero di bottinatrici) che visiteranno volutamente altre fioriture anche rare, questo è stato documentato, soprattutto nel reperire il polline (molto molto molto meno per il nettare). Poichè il polline è il nutrimento fondamentale per la covata e le sue proprietà sono anche molto diverse tra pianta e pianta, la maggiore varietà di pollini comporta una nutrizione piu completa ed efficace e quindi api piu sane e forti.
Un secondo fattore determinante per la "scelta" della fioritura è la percentuale di zucchero nel nettare prodotto, alcune piante producono nettari poco zuccherini (e quindi poco attrattivi per le api), magari ne producono tantissimo e in modo continuativo (durante TUTTO l'arco della giornata), ma di miele ne verrà poco (tolta l'acqua dal nettare per fare il miele, rimane lo zucchero che se è poco... equivale a poco miele), altre piante invece producono polline solo al mattino presto, ma con una concentrazione zuccherina enorme, le api ci si catapulteranno in massa solo al mattino e la ignoreranno per il resto del giorno.
A seguire poi ci sono altri fattori più instabili e casuali ma non di minore importanza: come banalmente le condizioni meteo che magari influiscono in modo negativo su una fioritura e ne favoriscono un'altra, ci sono piante che sono sempre pronte a rifiorire dopo un bel nubifragio, altre (come ahimè è ben noto anche quest'anno con l'acacia) una volta danneggiati i fiori, tanti saluti al prossimo anno.
Insomma il potenziale mellifero è una indicazione anche abbastanza precisa, ma per ottimizzare la produzione di miele ci sono molte variabili da considerare nell'equazione, non basta purtroppo il valore massimo stimato del potenziale mellifero per garantire quel tot di miele ad ettaro di quella pianta.
Sulle semine per produrre miele: il fatto che venga fatto nomadismo da chi vive di apicoltura e non si semini per produrre miele è emblematico. Comprare i semenzai, preparare e lavorare il terreno, seminare (ettari per pensare di produrre qualcosa da vendere) ha un costo molto elevato, oltretutto per massimizzare la resa dovresti concimare e garantire l'irrigazione, magari poi sfalciare e sperare in una seconda fioritura, come avveniva una volta con l'erba medica, quando c'erano i contadini che la usavano nelle pratiche agricole sui seminativi. Per ammortizzare quei costi ingenti tocca vendere il miele prodotto ad un prezzo fuori mercato, se poi lo produci solo per te, il costo non lo ammortizzi neanche e allora se c'è passione (ti piace seminare, arare, concimare, irrigare etc) va tutto bene.
Diventa a mio avviso saggio seminare (anche senza troppi sbattimenti per voler la massima resa) se l'obbiettivo è aiutare le famiglie per il loro sostentamento; personalmente ho visto la differenza, è per loro, quel miele va nel nido.
Sul potenziale mellifero: viene calcolato secondo vari metodi, facilmente reperibili sui manuali anche in italiano, è vero che per alcune fioriture gli studi sono un po datati, o addirittura svolti in altri continenti, ma concordo con Memphe, i risultati sono stati più volte verificati e ritengo anche io siano molto attendibili. Il problema, sul legittimo confronto tra Facelia e Girasole è dovuto al fatto che ci sono sempre tantissime (troppe) variabili in gioco.
esempio: La facelia ha un gran bel potenziale mellifero, il girasole scarsino, ma nel raggio di bottinatura delle tue api, forse l'hai seminata solo tu, magari su almeno un ettaro (il minimo indispensabile per parlare di potenziale mellifero), le api ci andranno e qualcosa faranno, ma se sei circondato da girasoli perche nel raggio di bottinaggio le tua api trovano molto piu girasole che facelia, produrrai girasole, non facelia.
Le variabili sono tantissime, tra le più importanti è appunto l'estensione della fioritura, o meglio ancora, il numero di fiori disponibili di quella pianta, le api preferiranno la fioritura più abbondante, poi ci saranno api (poche in relazione con l'intero numero di bottinatrici) che visiteranno volutamente altre fioriture anche rare, questo è stato documentato, soprattutto nel reperire il polline (molto molto molto meno per il nettare). Poichè il polline è il nutrimento fondamentale per la covata e le sue proprietà sono anche molto diverse tra pianta e pianta, la maggiore varietà di pollini comporta una nutrizione piu completa ed efficace e quindi api piu sane e forti.
Un secondo fattore determinante per la "scelta" della fioritura è la percentuale di zucchero nel nettare prodotto, alcune piante producono nettari poco zuccherini (e quindi poco attrattivi per le api), magari ne producono tantissimo e in modo continuativo (durante TUTTO l'arco della giornata), ma di miele ne verrà poco (tolta l'acqua dal nettare per fare il miele, rimane lo zucchero che se è poco... equivale a poco miele), altre piante invece producono polline solo al mattino presto, ma con una concentrazione zuccherina enorme, le api ci si catapulteranno in massa solo al mattino e la ignoreranno per il resto del giorno.
A seguire poi ci sono altri fattori più instabili e casuali ma non di minore importanza: come banalmente le condizioni meteo che magari influiscono in modo negativo su una fioritura e ne favoriscono un'altra, ci sono piante che sono sempre pronte a rifiorire dopo un bel nubifragio, altre (come ahimè è ben noto anche quest'anno con l'acacia) una volta danneggiati i fiori, tanti saluti al prossimo anno.
Insomma il potenziale mellifero è una indicazione anche abbastanza precisa, ma per ottimizzare la produzione di miele ci sono molte variabili da considerare nell'equazione, non basta purtroppo il valore massimo stimato del potenziale mellifero per garantire quel tot di miele ad ettaro di quella pianta.
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Re: Credenze? O puro commercio?
Gran bella spiegazione, ti ringrazio!



