Buonasera a tutti,
scrivo per confrontarmi e chiedere consiglio sulla gestione dei trattamenti antivarroa.
Mi dedico per hobby all'apicoltura da più di dieci anni e purtroppo nelle ultime tre/quattro stagioni ho incontrato una crescente difficoltà nella lotta contro il parassita. Gestisco una decina di arnie e bene o male sono sempre riuscito a mantenere un equilibrio tra gli sciami fatti in primavera e le famiglie perse. Ma negli ultimi anni ho notato che le famiglie arrivano sempre più deboli alla piena estate e spesso il trattamento dà loro il colpo di grazia.
I problemi iniziano intorno a fine giugno: che ci sia importazione o meno alcune famiglie (spesso anche molto forti e numerose) iniziano a spopolarsi; ciò mi spinge ad anticipare l'ingabbiamento della regina in modo da trattare con il gocciolato entro l'ultima decade di luglio; ma nella maggior parte dei casi le famiglie in declino collassano entro poco tempo dalla somministrazione dell'ossalico.
E in misura minore il problema riguarda anche le famiglie forti, che sopravvivono ma decimate e stentano a ripartire dopo la liberazione della regina. Quest'anno sono partito con otto famiglie (già l'anno scorso era stato duro) e ne ho già perse quattro...
Ho cercato di capire dove possa stare il problema, ma non riesco a venirne a capo. Inizio però a nutrire qualche dubbio sull'efficacia dei trattamenti. Ne faccio due l'anno, uno tra novembre e dicembre con il sublimato (quattro trattamenti con cadenza settimanale, ma senza ingabbiare) e uno in luglio con il gocciolato (ingabbio la regina su favo con gabbie Zeus). Il problema è che vedo pochissima varroa cadere nei cassettini; in certi casi non ne vedo proprio! E non riesco a capire se ciò dipenda da scarsa infestazione (ma vista la moria di api lo escluderei) o da qualche mio errore nel somministrare l'ossalico.
Non so se questa situazione sia in qualche modo legata al contesto ambientale: agli inverni sempre più miti (abito in Toscana, sui 200 metri) che agevolano la ripresa delle famiglie in primavera (a marzo hanno già 6 o 7 telai di covata...) ma ne accelerano il decadimento (considerato anche il fatto che in estate le arnie sono sempre in pieno sole); oppure se ci sia qualcosa di sbagliato nella mia gestione dell'apiario.
Mi sono anche chiesto se non convenga prendere in considerazione l'eventualità di fare un trattamento in primavera, ma il timore è quello di indebolire troppo le famiglie prima della fase produttiva. Insomma, è un bel macello!
Vi chiedo scusa per la lunghezza del messaggio e ringrazio in anticipo chiunque abbia tempo e voglia di darmi qualche suggerimento.
Andrea
Trattamenti antivarroa e moria famiglie
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Re: Trattamenti antivarroa e moria famiglie
Il fatto che tu non veda molta Varroa cadere nei cassettini è sicuramente un segnale preoccupante. Il trattamento con l'ossalico (sia per sublimazione che per gocciolato) deve essere distribuito uniformemente, poiché una distribuzione non omogenea potrebbe spiegare la scarsa caduta. Se stai usando la tecnica del gocciolato, assicurati che la soluzione venga distribuita correttamente, senza trascurare alcune parti dell'arnia. Inoltre, se la concentrazione dell'ossalico è troppo bassa o troppo alta, il trattamento potrebbe risultare meno efficace. È quindi importante verificare che la quantità di acido ossalico che stai utilizzando sia quella corretta per il numero di api presenti.Andgil ha scritto: 28/08/2025, 18:19
Il problema è che vedo pochissima varroa cadere nei cassettini; in certi casi non ne vedo proprio! E non riesco a capire se ciò dipenda da scarsa infestazione (ma vista la moria di api lo escluderei) o da qualche mio errore nel somministrare l'ossalico.
Non hai menzionato un trattamento a gennaio-febbraio o prima dell'inizio della nuova stagione apistica. Questo trattamento è molto utile per ridurre la carica di Varroa prima che le famiglie inizino a crescere in primavera.Andgil ha scritto: 28/08/2025, 18:19 Ho cercato di capire dove possa stare il problema, ma non riesco a venirne a capo. Inizio però a nutrire qualche dubbio sull'efficacia dei trattamenti. Ne faccio due l'anno, uno tra novembre e dicembre con il sublimato (quattro trattamenti con cadenza settimanale, ma senza ingabbiare) e uno in luglio con il gocciolato (ingabbio la regina su favo con gabbie Zeus).
Ti consiglio di aggiungere questo nuovo trattamento, che sarà senz’altro benefico,poiché può contribuire significativamente a ridurre la pressione del parassita, migliorando la situazione verso giugno-luglio.Andgil ha scritto: 28/08/2025, 18:19 Mi sono anche chiesto se non convenga prendere in considerazione l'eventualità di fare un trattamento in primavera, ma il timore è quello di indebolire troppo le famiglie prima della fase produttiva. Insomma, è un bel macello!
Il successo è la somma di piccoli sforzi, ripetuti giorno per giorno.
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Re: Trattamenti antivarroa e moria famiglie
Ciao Andrea.. per come la vedo io c'è un incomprensione di sottofondo..
come stavano le api prima del blocco e del trattamento? come e quanta varroa avevi misurato ?
da ciò che scrivi l errore potrebbe esser stato il trattamento troppo forte, o tempistiche non adeguate.. il problema che descrivi è comune a molti..
----------------------
consapevole che mi attirerò antipatie ti dirò anche questo:
contrariamente a chi suggerisce di fare un altro trattamento in più io ti direi di farne meno.. però ripeto: prima devi imparare a riconoscere il danno che fa la varroa e il danno che fa il trattamento, se prima non stabilisci questo rischi di continuare a trattare senza un reale bisogno, incidendo appunto sulle api..
i trattamenti non sono un toccasana, è risaputo che l acidità che porta è dannosa e colpisce anche le api (non solo varroa) , secondo me ora devi capire da dove arriva il danno maggiore..
quello che noti sulle famiglie è "normale" quando cè questo tipo di errore, accusano il colpo perchè è una pratica troppo forte , serve imparare a tarare la pratica proprio per fare meno danno, altrimenti il gioco non vale la candela e si rischia di far più danni della varroa stessa.. spesso farsi prendere la mano con il prodotto è un attimo e la considerevole paura dell infestazione porta gli apicoltori ad esagerare..
se hai voglia, racconta di più.. negli anni precedenti usavi le medesime tecniche? le stagioni scorse hai avuto fioriture simili e infestazioni simili? secondo te cosa è cambiato nelle ultime stagioni, dove hai visto sorgere questo problema?
hai già capito qual è il periodo in cui spariscono le famiglie morendo definitivamente e sopratutto il perchè?

come stavano le api prima del blocco e del trattamento? come e quanta varroa avevi misurato ?
da ciò che scrivi l errore potrebbe esser stato il trattamento troppo forte, o tempistiche non adeguate.. il problema che descrivi è comune a molti..
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consapevole che mi attirerò antipatie ti dirò anche questo:
contrariamente a chi suggerisce di fare un altro trattamento in più io ti direi di farne meno.. però ripeto: prima devi imparare a riconoscere il danno che fa la varroa e il danno che fa il trattamento, se prima non stabilisci questo rischi di continuare a trattare senza un reale bisogno, incidendo appunto sulle api..
i trattamenti non sono un toccasana, è risaputo che l acidità che porta è dannosa e colpisce anche le api (non solo varroa) , secondo me ora devi capire da dove arriva il danno maggiore..
quello che noti sulle famiglie è "normale" quando cè questo tipo di errore, accusano il colpo perchè è una pratica troppo forte , serve imparare a tarare la pratica proprio per fare meno danno, altrimenti il gioco non vale la candela e si rischia di far più danni della varroa stessa.. spesso farsi prendere la mano con il prodotto è un attimo e la considerevole paura dell infestazione porta gli apicoltori ad esagerare..
se hai voglia, racconta di più.. negli anni precedenti usavi le medesime tecniche? le stagioni scorse hai avuto fioriture simili e infestazioni simili? secondo te cosa è cambiato nelle ultime stagioni, dove hai visto sorgere questo problema?
hai già capito qual è il periodo in cui spariscono le famiglie morendo definitivamente e sopratutto il perchè?
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Re: Trattamenti antivarroa e moria famiglie
Buongiorno e grazie a entrambi per le vostre risposte.
Provo a fornire quale dettaglio in più nella speranza di riuscire a trovare il bandolo della matassa.
Gli anni non sono stati tutti negativi, ma dal 2020 in poi ho notato che le stagioni difficili sono aumentate. Per essere più chiaro: nel 2020 avevo sei famiglie in partenza; entro la primavera del 2023 sono salite a quattordici (tra sciami autoprodotti, catturati e poche perdite nel 2021 e 2022). Da allora però le stagioni sono state tutte negative: nel 2023 ho perso sei famiglie; tre nel 2024; quattro quest'anno.
Inizialmente credevo ci fosse una correlazione con la produttività. Ma ci sono stati anni disastrosi (come il 2021) in cui ho avuto pochissime perdite e anni molto buoni con diverse famiglie collassate. Tra l'altro da quando ho iniziato, nel 2012, non ho mai visto annate fenomenali, ma neanche troppe stagioni nefaste; le famiglie hanno sempre prodotto almeno 20/25 kg di media (tra acacia e millefiori): considerato che non faccio nomadismo non posso nemmeno lamentarmi.
Per quanto riguarda i trattamenti, a parte i primissimi anni (per un paio di stagioni ho usato una miscela di formico e ossalico che mi forniva un amico apicoltore), ho sempre optato per l'ossalico: gocciolato in estate con blocco di covata; sublimato in inverno. Ma ho introdotto alcuni cambiamenti: per limitare l'altissima moria di regine ho sostituito le gabbiette cinesi con gabbie sempre più grandi, fino ad arrivare al blocco su telaio con gabbie Zeus; da circa tre anni ho aumentato il numero dei trattamenti invernali (da due a quattro) preoccupato dalle troppe perdite e per rimediare al mancato ingabbiamento della regina. E ho progressivamente anticipato il trattamento estivo.
Questo perché ho notato che le famiglie arrivano all'estate sempre più deboli. Fino a metà giugno non ci sono grossi problemi, poi cominciano a indebolirsi, abbandonano i melari, e vedo comparire una grande quantità di api morte davanti alle arnie, che progressivamente finiscono per spopolarsi. Le famiglie che presentano per prime questi sintomi non sopravvivono al trattamento. Ma è un problema che, seppure più tardivo e meno accentuato, noto anche nelle arnie più forti. Luglio e agosto sono diventati un incubo: vedo le famiglie indebolirsi poco a poco e inizia una corsa a cercare di salvarne il più possibile. Ormai ingabbio entro la fine di giugno per trattare entro il 20 luglio. Ma non serve a molto: le famiglie deboli collassano comunque quasi subito; alcune di quelle più forti stentano a riprendersi e per diverso tempo presentano covata poco compatta.
Per rispondere alle osservazioni di Rob, non so dire se i trattamenti siano troppi o troppo invasivi: purtroppo non ho mai avuto tempo per misurare il livello di infestazione, ma non so spiegarmi in modo diverso la grande moria di inizio estate (non vivo in zone in cui si usano pesticidi su vasta scala o cose simili ed escludo altre patologie gravi). Mi pare che l'unica spiegazione plausibile sia un alto livello di infestazione, ma non vorrei trascurare qualche altro fattore che non riesco a notare.
Certo, comincio a nutrire diversi dubbi sull'efficacia dei trattamenti (o sulla correttezza della loro esecuzione), perché come dicevo di varroa sul fondo (a parte poche eccezioni) ne ho sempre vista poca; ma è anche vero che il numero di api che muoiono prima e subito dopo il trattamento è così alto, che forse non ha senso aspettarsi di vederne molta. In alcune famiglie non rimane che un pugno di api assieme alla regina: è davvero sconfortante.
A proposito dei vostri suggerimenti volevo chiedervi alcune cose:
1. Avete entrambi giustamente sottolineato l'importanza di eseguire il trattamento in modo corretto e di non eccedere con le dosi. Io preparo la soluzione seguendo scrupolosamente le indicazioni del produttore e gocciolo con una siringa i classici 5ml per favo. E davvero non riesco a capire dove sbaglio. Mi chiedo a questo punto se 5 ml non siano troppi, dato che il numero delle api si riduce notevolmente prima della somministrazione. Come mi consigliate di intervenire? Diminuendo il quantitativo? La concentrazione di ossalico?
2. L'accentuarsi di questo problema in estate mi ha spinto a riflettere sull'efficacia del trattamento invernale. Io preferisco non ingabbiare a novembre/dicembre. E per la verità non visito nemmeno le arnie nelle giornate più calde, quindi non ho idea se vi sia o meno blocco naturale di covata. Per ovviare al problema ho deciso di fare un paio di cicli di sublimato in più, ma come dice Rob non vorrei aver peggiorato le cose. Forse è il caso di tornare a due soli cicli?
3. Avevo pensato di provare a trattare con un prodotto diverso, ma leggendo qua e là su vari forum ho deciso di continuare con l'ossalico. Perché mi pare opinione comune che sia comunque il prodotto più efficace; e perché gli altri principi attivi richiedono temperature troppo basse rispetto a quelle che si raggiungono nel mio apiario in estate (come vi dicevo le arnie sono in pieno sole e non ho davvero modo di ombreggiarle).
4. Introdurre un altro trattamento a fine inverno, come suggerito da Clio. Ma anche in questo caso ero incerto sul tipo di prodotto e mi ero orientato verso una gestione meccanica, con il telaino trappola, per evitare di ricorrere nuovamente alla chimica. Ma ho trovato pareri discordi sulla reale efficacia del metodo. Voi che cosa ne pensate?
Per concludere, sono abbastanza certo che il problema sia la varroa, ma non vorrei che la situazione venisse peggiorata da cattive pratiche ed errori di gestione che commetto senza accorgermene.
Mi scuso di nuovo per la lunghezza dello sfogo e vi ringrazio ancora in anticipo per le risposte.
Provo a fornire quale dettaglio in più nella speranza di riuscire a trovare il bandolo della matassa.
Gli anni non sono stati tutti negativi, ma dal 2020 in poi ho notato che le stagioni difficili sono aumentate. Per essere più chiaro: nel 2020 avevo sei famiglie in partenza; entro la primavera del 2023 sono salite a quattordici (tra sciami autoprodotti, catturati e poche perdite nel 2021 e 2022). Da allora però le stagioni sono state tutte negative: nel 2023 ho perso sei famiglie; tre nel 2024; quattro quest'anno.
Inizialmente credevo ci fosse una correlazione con la produttività. Ma ci sono stati anni disastrosi (come il 2021) in cui ho avuto pochissime perdite e anni molto buoni con diverse famiglie collassate. Tra l'altro da quando ho iniziato, nel 2012, non ho mai visto annate fenomenali, ma neanche troppe stagioni nefaste; le famiglie hanno sempre prodotto almeno 20/25 kg di media (tra acacia e millefiori): considerato che non faccio nomadismo non posso nemmeno lamentarmi.
Per quanto riguarda i trattamenti, a parte i primissimi anni (per un paio di stagioni ho usato una miscela di formico e ossalico che mi forniva un amico apicoltore), ho sempre optato per l'ossalico: gocciolato in estate con blocco di covata; sublimato in inverno. Ma ho introdotto alcuni cambiamenti: per limitare l'altissima moria di regine ho sostituito le gabbiette cinesi con gabbie sempre più grandi, fino ad arrivare al blocco su telaio con gabbie Zeus; da circa tre anni ho aumentato il numero dei trattamenti invernali (da due a quattro) preoccupato dalle troppe perdite e per rimediare al mancato ingabbiamento della regina. E ho progressivamente anticipato il trattamento estivo.
Questo perché ho notato che le famiglie arrivano all'estate sempre più deboli. Fino a metà giugno non ci sono grossi problemi, poi cominciano a indebolirsi, abbandonano i melari, e vedo comparire una grande quantità di api morte davanti alle arnie, che progressivamente finiscono per spopolarsi. Le famiglie che presentano per prime questi sintomi non sopravvivono al trattamento. Ma è un problema che, seppure più tardivo e meno accentuato, noto anche nelle arnie più forti. Luglio e agosto sono diventati un incubo: vedo le famiglie indebolirsi poco a poco e inizia una corsa a cercare di salvarne il più possibile. Ormai ingabbio entro la fine di giugno per trattare entro il 20 luglio. Ma non serve a molto: le famiglie deboli collassano comunque quasi subito; alcune di quelle più forti stentano a riprendersi e per diverso tempo presentano covata poco compatta.
Per rispondere alle osservazioni di Rob, non so dire se i trattamenti siano troppi o troppo invasivi: purtroppo non ho mai avuto tempo per misurare il livello di infestazione, ma non so spiegarmi in modo diverso la grande moria di inizio estate (non vivo in zone in cui si usano pesticidi su vasta scala o cose simili ed escludo altre patologie gravi). Mi pare che l'unica spiegazione plausibile sia un alto livello di infestazione, ma non vorrei trascurare qualche altro fattore che non riesco a notare.
Certo, comincio a nutrire diversi dubbi sull'efficacia dei trattamenti (o sulla correttezza della loro esecuzione), perché come dicevo di varroa sul fondo (a parte poche eccezioni) ne ho sempre vista poca; ma è anche vero che il numero di api che muoiono prima e subito dopo il trattamento è così alto, che forse non ha senso aspettarsi di vederne molta. In alcune famiglie non rimane che un pugno di api assieme alla regina: è davvero sconfortante.
A proposito dei vostri suggerimenti volevo chiedervi alcune cose:
1. Avete entrambi giustamente sottolineato l'importanza di eseguire il trattamento in modo corretto e di non eccedere con le dosi. Io preparo la soluzione seguendo scrupolosamente le indicazioni del produttore e gocciolo con una siringa i classici 5ml per favo. E davvero non riesco a capire dove sbaglio. Mi chiedo a questo punto se 5 ml non siano troppi, dato che il numero delle api si riduce notevolmente prima della somministrazione. Come mi consigliate di intervenire? Diminuendo il quantitativo? La concentrazione di ossalico?
2. L'accentuarsi di questo problema in estate mi ha spinto a riflettere sull'efficacia del trattamento invernale. Io preferisco non ingabbiare a novembre/dicembre. E per la verità non visito nemmeno le arnie nelle giornate più calde, quindi non ho idea se vi sia o meno blocco naturale di covata. Per ovviare al problema ho deciso di fare un paio di cicli di sublimato in più, ma come dice Rob non vorrei aver peggiorato le cose. Forse è il caso di tornare a due soli cicli?
3. Avevo pensato di provare a trattare con un prodotto diverso, ma leggendo qua e là su vari forum ho deciso di continuare con l'ossalico. Perché mi pare opinione comune che sia comunque il prodotto più efficace; e perché gli altri principi attivi richiedono temperature troppo basse rispetto a quelle che si raggiungono nel mio apiario in estate (come vi dicevo le arnie sono in pieno sole e non ho davvero modo di ombreggiarle).
4. Introdurre un altro trattamento a fine inverno, come suggerito da Clio. Ma anche in questo caso ero incerto sul tipo di prodotto e mi ero orientato verso una gestione meccanica, con il telaino trappola, per evitare di ricorrere nuovamente alla chimica. Ma ho trovato pareri discordi sulla reale efficacia del metodo. Voi che cosa ne pensate?
Per concludere, sono abbastanza certo che il problema sia la varroa, ma non vorrei che la situazione venisse peggiorata da cattive pratiche ed errori di gestione che commetto senza accorgermene.
Mi scuso di nuovo per la lunghezza dello sfogo e vi ringrazio ancora in anticipo per le risposte.
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Re: Trattamenti antivarroa e moria famiglie
per rincuorarti, si le ultime stagioni son state "particolari" un pò per tutti.. ma è così che funziona, sempre ad alti e bassi.. 
però.. prima di procedere devi investigare di più, perchè :
questo è il primo dato che dovresti reperire, assicurandoti anche di poter escludere telai malati.. altrimenti ogni ragionamento è vano..
finchè non si è stabilito da cosa è dovuto il calo drastico non ha senso programmare altri trattamenti.. in primis non hai riscontrato caduta, oltretutto ripetere a gennaio un trattamento concluso a dicembre mi sembra davvero, ma davvero, sconsiderato e fuoriluogo.. a patto che ci si arrivi..
c' è tempo e le api possono segnalarti tutto, abbi pazienza e continua a ricercare le cause che ti fanno perdere le api..
aggiungerei anche.. gli alveari che giungon a un pugno di api a mio avviso son sempre errori di gestione.. significa che qualcosa "ci è scappato prima"..

@Andgil , questi temi son comuni ed è sacrosanto affrontarli, non sentirti criticato , siam tutti sulla medesima barca..
(sorridendo)
----------------------------------
1- secondo me sono troppi , o perlomeno le dosi andrebbero tarate secondo l effettiva capacità e forza della famiglia..
2- a novembre/dicembre non si dovrebbe ingabbiare.. il ciclo del trattamento va fatto, per quanto possibile, a coprire il medesimo ciclo di covata, quindi tre o quattro ripetute di sublimato spalmate su venti giorni..
non si può fare invece con gocciolato.. che và somministrato sempre in un unica sessione in estate, perchè ripetere il gocciolato è molto deleterio per l alveare e le api vive
il medesimo acido sublimato ha meno effetti collaterali..
3- secondo me al momento no..
4- resto dell idea che prima và capita meglio la situazione..

però.. prima di procedere devi investigare di più, perchè :
quindi sei sicuro che sia la varroa la causa della mortalità?purtroppo non ho mai avuto tempo per misurare il livello di infestazione
questo è il primo dato che dovresti reperire, assicurandoti anche di poter escludere telai malati.. altrimenti ogni ragionamento è vano..
finchè non si è stabilito da cosa è dovuto il calo drastico non ha senso programmare altri trattamenti.. in primis non hai riscontrato caduta, oltretutto ripetere a gennaio un trattamento concluso a dicembre mi sembra davvero, ma davvero, sconsiderato e fuoriluogo.. a patto che ci si arrivi..
c' è tempo e le api possono segnalarti tutto, abbi pazienza e continua a ricercare le cause che ti fanno perdere le api..
aggiungerei anche.. gli alveari che giungon a un pugno di api a mio avviso son sempre errori di gestione.. significa che qualcosa "ci è scappato prima"..
@Andgil , questi temi son comuni ed è sacrosanto affrontarli, non sentirti criticato , siam tutti sulla medesima barca..
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1- secondo me sono troppi , o perlomeno le dosi andrebbero tarate secondo l effettiva capacità e forza della famiglia..
2- a novembre/dicembre non si dovrebbe ingabbiare.. il ciclo del trattamento va fatto, per quanto possibile, a coprire il medesimo ciclo di covata, quindi tre o quattro ripetute di sublimato spalmate su venti giorni..
non si può fare invece con gocciolato.. che và somministrato sempre in un unica sessione in estate, perchè ripetere il gocciolato è molto deleterio per l alveare e le api vive
il medesimo acido sublimato ha meno effetti collaterali..
3- secondo me al momento no..
4- resto dell idea che prima và capita meglio la situazione..
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Re: Trattamenti antivarroa e moria famiglie
Io non ti do consigli per non aggiungere confusione.Andgil ha scritto: 28/08/2025, 18:19 Buonasera a tutti,
scrivo per confrontarmi e chiedere consiglio sulla gestione dei trattamenti antivarroa.
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I problemi iniziano intorno a fine giugno: che ci sia importazione o meno alcune famiglie (spesso anche molto forti e numerose) iniziano a spopolarsi; ciò mi spinge ad anticipare l'ingabbiamento della regina in modo da trattare con il gocciolato entro l'ultima decade di luglio; ma nella maggior parte dei casi le famiglie in declino collassano entro poco tempo dalla somministrazione dell'ossalico.
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Andrea
Ti riporto alcune conclusioni addotte dal Veterinario con master in apicoltura DR. Giulio Loglio in uno suo studio effettuato sulla problematica.
"Una volta compromesso il delicato equilibrio che garantisce lo sviluppo regolare della famiglia non è più necessaria la presenza massiccia di varroe: ci pensano i virus a completare l’opera. È per questo motivo che spesso, negli alveari spopolati o morti, vengono rinvenuti pochi acari nonostante inizialmente siano stati proprio loro ad alterare quell’equilibrio che garantiva il corretto sviluppo della famiglia."
Tuìi inserisco il Link didell'articolo. Molto interessante.
https://sivemp.it/wp/wp-content/uploads ... io_api.pdf
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Re: Trattamenti antivarroa e moria famiglie
Grazie di nuovo per le risposte.
Rob Hai senz'altro ragione quando dici che devo indagare più a fondo sulle ragioni di questa situazione. Sono convinto che l'andamento climatico degli ultimi anni (e in particolare l'assenza di un vero e proprio inverno) abbia avuto il suo peso, ma credo anche di dover fare più attenzione ad alcuni particolari che per assenza di tempo negli ultimi anni ho un po' trascurato e magari introdurre un controllo sul livello di infestazione e fare più attenzione alle dosi dei trattamenti (la fretta fa commettere molti errori).
ciocca956 Grazie per il link dell'articolo, che è davvero molto interessante: ci trovo molte analogie con la situazione del mio apiario. Purtroppo credo che tra le varie cause della moria di api, l'inefficacia dei trattamenti sia una delle più importanti.
Rob Hai senz'altro ragione quando dici che devo indagare più a fondo sulle ragioni di questa situazione. Sono convinto che l'andamento climatico degli ultimi anni (e in particolare l'assenza di un vero e proprio inverno) abbia avuto il suo peso, ma credo anche di dover fare più attenzione ad alcuni particolari che per assenza di tempo negli ultimi anni ho un po' trascurato e magari introdurre un controllo sul livello di infestazione e fare più attenzione alle dosi dei trattamenti (la fretta fa commettere molti errori).
ciocca956 Grazie per il link dell'articolo, che è davvero molto interessante: ci trovo molte analogie con la situazione del mio apiario. Purtroppo credo che tra le varie cause della moria di api, l'inefficacia dei trattamenti sia una delle più importanti.
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Re: Trattamenti antivarroa e moria famiglie
@Andgil , com è andata a finire? sei riuscito a capire cosa si era inceppato? 


